L'UNIVERSITA' IN ITALIA |
Le università si trovano nelle principali città italiane: tranne pochissime eccezioni sono solo nei capoluoghi di regione o di provincia. Questo fa sì che ci siano moltissimi studenti che fanno i pendolari, o che si trasferiscono in città, se abitano in paesi troppo lontani per seguire i corsi e tornare a casa ogni giorno.
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L'università italiana è, inoltre, con pochissime eccezioni, pubblica: è gestita (e in gran parte finanziata) direttamente dallo Stato. Questo fa sì che le tasse di iscrizione non siano alte come nelle università degli Stati Uniti e che anche studenti che provengono da famiglie con un reddito modesto possano frequentarla.
Le università sono divise in facoltà, ovvero complessi di uffici, laboratori, dipartimenti ed aule in cui si insegnano discipline affini. Le principali facoltà universitarie italiane sono:
Chi si iscrive all'università deve scegliere fin dal primo anno, da quando cioè è una "matricola", quale sarà la sua facoltà. Spesso questa è una scelta difficile e molti studenti si accorgono, dopo un anno, che la facoltà che hanno scelto "ad occhi chiusi" non è quella che fa per loro. Questo è uno dei motivi per cui nelle università italiane c'è una grossa "mortalità": sono molti, cioè, gli studenti che iniziano l'università, pochi quelli che la finiscono.
I corsi di laurea hanno una durata di 4 o 5 anni, durante i quali gli studenti devono sostenere un determinato numero di esami (in genere dai 20 ai 30), prima di scrivere e discutere la tesi di laurea. Gli esami consistono di solito in un'interrogazione fatta allo studente da una commissione di 3 professori, che verte su argomenti trattati in classe e su una serie di testi letti dallo studente. Spesso gli esami (specie nelle facoltà scientifiche) hanno anche una parte scritta, preliminare, che si deve superare per essere ammessi all'orale.
La difficoltà di sostenere un'interrogazione orale e la lunghezza del programma da preparare (oltre, naturalmente, al basso costo dell'iscrizione annuale) fanno sì che la maggior parte degli studenti impieghi più degli anni previsti per laurearsi.
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